LA NOSTRA STORIA

Nell'autunno del '55 era diventata una piacevole consuetudine, per alcuni appassionati di pesca, il ritrovarsi, un paio di serate a settimana, presso la locanda "Antica Bassa" a parlare di canne, di mulinelli e di esche. La Bassa, uno dei locali più vecchi di Soresina, era un ambiente cordiale e familiare dove, attorno ad un camino, il gruppetto dei pescatori metteva a confronto le proprie esperienze ben lontane, comunque, dai canoni tradizionali della pesca che volevano gli abituali frequentatori dei fiumi capaci di catturare decine di chili di pesci con reti e tremagli, a volte con bombe e scariche elettriche, distruggendo ogni forma di vita del fiume. I più assidui alla Bassa erano il rag. Enrico Morgani, cassiere della Banca Popolare, Amilcare Ottoboni e Mario Toscani, rispettivamente impiegato ed economo presso Latteria Soresinese, Francesco Ferrari, custode della prigione comunale e Guglielmo Lana, operaio della Steffen. Frequentavano ambienti molto diversi ma, tra loro, nessun pregiudizio nel condividere la medesima passione e la voglia di migliorare le proprie conoscenze. La pesca, considerata da sempre un mezzo di sostentamento irrinunciabile, iniziava, in quegli anni, ad essere interpretata come passatempo sportivo ed i mezzi illeciti stavano lasciando il posto alle canne di bambù e agli ami. Non si parlava più di mattanze senza senso, solo di avvincenti duelli con i pesci.

 

29 MARZO 1956, NASCE UN EVENTO MONDIALE

Quel gruppo di pescatori maturò quindi l'idea, nei mesi successivi, di costituire una Società di pesca convocando per le ore 21 del 29 marzo del 1956 un'Assemblea pubblica nel salone dell'Antica Bassa per presentare le finalità del nuovo sodalizio. La partecipazione di tanti appassionati, con trentadue presenze, si rivelò superiore ad ogni aspettativa. 

Il Presidente dell'Assemblea, Mario Toscani, aprì la seduta illustrando a grandi linee la necessità di creare a Soresina una Società di pesca per diffondere sempre di più questa sana attività sportiva e nel contempo tutelare l'ambiente e i corsi d'acqua dai disastri provocati dai bracconieri. Iniziative lodevoli sottolineate da un applauso incoraggiante che risuonò nella sala ormai gremita.

Ma il vero, principale scopo della costituzione di una Società di pesca locale uscì dalle parole del segretario dell'Assemblea, Ettore Carminati che mise al corrente i presenti di recenti delibere nazionali che consentivano l'acquisizione  di tratti di fiume dati in concessione alle Associazioni iscritte alla FIPS, la Federazione Italiana della Pesca Sportiva. In base ad una ipotetica, futura concessione la Società Soresinese avrebbe avuto a disposizione per i suoi iscritti un'ottima riserva privata di pesca abbinata all'opportunità concreta di ricavare un utile importante dal rilascio a pagamento di permessi di pesca,riuscendo contemporaneamente a limitare con un controllo assiduo il bracconaggio sul tratto acquisito. Un'occasione da non lasciarsi sfuggire.

Prese la parola allora il rag. Piero Triboldi, assicurando un suo interessamento presso gli organi competenti in relazione ad alcuni tratti del fiume Oglio in un territorio dove erano in corso le pratiche per definire anche una riserva di caccia.

Dopo un breve dibattito gli intervenuti approvarono, con pieno consenso, la richiesta di costituire la Società dei Pescatori Soresinesi ed il Presidente Mario Toscani stabilì la data di una nuova riunione per sancire l'approvazione dello statuto societario ( ad Amilcare Ottoboni l'incarico di redigerlo )  e per il conferimento delle cariche sociali. Infine propose di intitolare il nascente sodalizio ad un amico comune recentemente scomparso, Lodovico Ravanelli.

La proposta venne accolta all'umanità.

 


LODOVICO RAVANELLI


Lodovico Ravanelli
Lodovico Ravanelli

Lodovico Ravanelli giunge a Soresina dalla sua città natale, Pontremoli, poco più che ventenne assieme alla moglie Ernesta, anch'essa giovanissima. Siamo nel 1926. La giovane coppia si porta appresso tanta nostalgia per la propria terra ed anche una gran voglia di lavorare e di farsi un avvenire sicuro. Mercante di profumi, occhiali, stoffe e giocattoli, ambulante come tanti suoi contemporanei, Lodovico, dopo mesi e mesi in giro con il carro per le provincie lombarde e d emiliane, si stabilisce, infine, nella nostra cittadina ed apre un negozietto nella piazza principale. Affabile e cordiale, non fatica a legare con i soresinesi e si sente presto uno di loro. Arrivano anche due bimbette, Rina e Luciana, ad allietare i giorni della giovane coppia. Appassionato di pesca, Lodovico Ravanelli si trova spesso al centro dei discorsi degli amici pescatori. Gli piace narrare quando, da ragazzo, si spingeva sui torrenti della sua Pontremoli, il Magra e il Verde, a pesca di trote e di temoli con canne, fili ed ami, con mosche finte e cucchiaini artificiali. Sono proprio queste tecniche e questi metodi così inusuali ( e diversi dai nostri ) a farlo apprezzare come vero pescatore sportivo. A Soresina, dove tremagli e reti sono gli arnesi più comuni, "appassiona" per il suo ostinato amore per le canne di bambù, per piacere di insidiare i pesci con esche diverse in ogni stagione, avvicinandosi all'habitat fluviale senza la smania devastante delle catture ad ogni costo. Si circonda di amici sinceri e con loro inizia a frequentare i nostri fiumi di pianura, ascoltando con attenzione i consigli di chi ama il fiume e la pesca come lui. Tra questi, Guglielmo Lana rappresenta l'esempio da seguire. Sul suo ordinato quadernetto Lodovico annota scrupolosamente tutti gli insegnamenti e i suggerimenti intitolandoli " Pesca alla Guglielmo ". Il suo negozio diventa così il punto di ritrovo per gli amici pescatori e per tutti gli appassionati. A 52 anni, d'improvviso, un giorno di settembre ci lascia.

La sua figura curva e familiare resterà memoria cara nella mente della gente. 

 

 

 

DALLE VASCHE ALLA PRIMA GARA SOCIALE

Il rag. Pietro Triboldi alla guida della neoSocietà s'impegnò personalmente nei mesi a venire per superare le innumerevoli difficoltà legate alle pratiche da espletare,  intervenendo con rilievi dettagli del tratto considerato, garantendo per le spese e i servizi di controllo a tutela del fiume. Passarono i mesi senza risultati apprezzabili, anzi, alla fine del 1956, il rag. Triboldi, per improrogabili impegni di lavoro, non ripresentò la propria candidatura per il rinnovo del Consiglio sociale.

Le residue speranze d'istituire una riserva sociale sul fiume Oglio svanirono così definitivamente. Si evidenziarono successivamente altre proposte tra le quali la possibilità di affittare a basso costo alcune langhe sul fiume Adda a Crotta ma un impossibile quanto incerto servizio di vigilanza mandò in fumo anche questa esile prospettiva.

Siamo giunti finalmente, dopo mesi di incertezze, alla svolta decisiva per il futuro della Società Ravanelli. Interprete involontario, un personaggio caro ai soresinesi, il Dott. Antonio Rigo, primario dell'Ospedale Robbiani.

 

 

Nelle rare pause di lavoro il medico trascorreva qualche momento di tranquillità nel giardino della Casa di Riposo in cui erano state mantenute attive, a scopo ornamentale, le vasche di una vecchia filanda abbandonata da tempo. Il piccolo laghetto artificiale, costantemente alimentato dalle acque della roggia Geronda, era ricco di pesci. Un giorno, conoscendo la passione per la pesca del rag. Morgani, il dott. Rigo illustrò in toni entusiastici le caratteristiche del luogo e l'idea nella mente del pescatore scattò spontanea: perché non fare di quelle vasche, piccole ma affascinanti, la riserva sociale? Morgani, informato il Consiglio sociale, si rivolse allora alla dirigenza dell'Istituto proponendo prima di effettuare una manutenzione alla struttura ormai in più punti fatiscente, poi d'immettere carpe da destinare , una volta pescate, alla mensa degli ospiti della Casa di Riposo. Ottenuto il consenso, i pescatori si adoperarono allacremente nelle settimane successive per rendere la nuova riserva sicura ed efficiente.

Le vasche , a questo punto, diventarono un mezzo straordinario di aggregazione per tutti isoci della Ravanelli in quanto le problematiche relative ai lavori di manutenzione coinvolsero per settimane parecchi volontari con un impegno impensabile. Strada facendo arrivarono anche idee nuove come, ad esempio, il posizionamento di una bassa rete per non permettere pericolosi avvicinamenti ai bordi del laghetto. Si decise inoltre l'immissione di carpe con due mesi di anticipo sulla data della gara sociale, fissata ai primi di settembre, per permettere l'ambientamento dei pesci. All'arrivo del camion attrezzato per il trasporto di quasi un quintale di carpe,   pagate con le quote sociali, erano presenti attorno alle vasche non meno di quaranta persone, quasi tutti pescatori ad osservare e commentare le operazioni di immissione.

Nei giorni successivi per il vialetto d'accesso della Casa di Riposo era tutto un andirivieni di gente che voleva constatare di persona la "salute" dei pesci dopo il trasbordo e la loro ambientazione.

A metà luglio del '58 si riunì il Consiglio sociale con un unico punto all'ordine del giorno, l'organizzazione della prima gara sociale. Il presidente della Ravanelli, il Dott. Lino Maestroni, succeduto al rag. Triboldi, si mostrò il più entusiasta del gruppo causa il susseguirsi degli avvenimenti degli ultimi mesi, imprevedibili alla data della sua elezione avvenuta nel dicembre del '57. Mai avrebbe immaginato un laghetto in Soresina con il numero dei soci raddoppiato velocemente passando dai 48 di fine anno ai 95 di luglio, merito indiscutibile delle vicende legate alla nuova riserva. E allora, a inizio  Consiglio, annunciò la decisione di mettere in palio, quale premio per il vincitore della I* gara sociale, un vitellino proprio perchè ad un evento eccezionale per Soresina occorreva rispondere con un trofeo altrettanto eccezionale. Il Consiglio propose allora di intitolare la manifestazione al padre del Presidente denominandola :  

I° GRAN PREMIO ANTONIO MAESTRONI

Nessuno, né il Presidente né tanto meno i consiglieri, avrebbero mai immaginato di dare il via, quel giorno, ad una gara sociale che è  proseguita ininterrottamente dal '58 ad oggi, diventando con la medesima denominazione, la gara sociale più vecchia d'Italia.


LE PRIME GARE

Amilcare Ottoboni 1958
Amilcare Ottoboni 1958

Nel 1957, mentre non era ancora in cantiere il I° GP Maestroni, arrivò in sede un invito, il primo invito, a partecipare al Gran Prenio di Fontanellato. Era una gara di pesca a coppie che si disputava nel fossato del castello medioevale della cittadina emiliana. S'iscrisse la coppia Enrico Morgani - Guglielmo Lana più per curiosità che per puntare ad un risultato positivo anche perchè i due soresinesi confidarono agli amici di conoscere Fontanellato solo dalle cartoline. Ma non solo; non sapevano neppure se la loro attrezzatura di pesca fosse stata almeno confacente al luogo dove veniva organizzata la gara. E infatti per sorteggio si trovarono su un dosso del fossato, in un tratto molto in alto rispetto al pelo dell'acqua con un guadino corto che sarebbe stato inutilizzabile se avessero catturato un pesce di taglia. Per fortuna abbocarono pochi pescetti ma tornarono a casa entusiasti per l'esperienza fatta al punto che l'anno successivo s'iscrissero nuovamente al Gran Premio assieme ad un'altra coppia, formata da Mario Toscani e Amilcare Ottoboni. Stavolta erano meglio preparati per puntare ad un risultato di prestigio ma le loro esche,vermi di terra e pane,   come ebbero ben modo di verificare, erano poco gradite alle carpe più abituate alla polenta. Rientrarono a Soresina con un nuovo nulla di fatto, avevano però constatato sulla loro pelle com'era difficile avvicinarsi al mondo della pesca agonistica se non si aveva metodo e soprattutto esperienza. Comunque l'avvento, in quei mesi, delle vasche sconvolse i programmi agonistici della Ravanelli e Fontanellato finì nel dimenticatoio rimanendo l'unica esperienza di quegli anni. Poco importava, i pescatori soresinesi miravano a far crescere la loro riserva di pesca e tutte le attenzioni vennero giustamente concentrate in quella direzione.

 

SI  PUNTA  SULL'AGONISMO

Nel 1960 si disputarono le prime, sporadiche gare a carattere provinciale poi le iscrizioni divennero costanti. Il 1964 si mostrò un anno particolarmente proficuo per le competizioni con sette squadre impegnate ( cinque nel Campionato Provinciale, due nel Campionato Italiano per Società ) e con otto pescatori iscritti al Campionato Provinciale Individuale, più un numero imprecisato di partecipazioni a gare minori. L'anno successivo, il 1965, il neoeletto Presidente Alfio Vaccari, affiancato dal segretario Sergio Morandi, nel suo discorso all'Assemblea dei soci, si espresse con parole di gratitudine verso il movimento agonistico della Ravanelli. Durante l'anno non era mancato l'impegno e l'entusiasmo; purtroppo non si erano ancora raggiunti traguardi importanti ma, invitando tutti i garisti a non perdersi d'animo, si mostrava fiducioso in un futuro ricco di soddisfazioni.

Pareva fossimo alle soglie di un attesa svolta; ormai da qualche anno i pescatori soresinesi frequentavano i campi di gara, con un'attrezzatura sullo stesso livello qualitativo, se non migliore, di quella degli altri concorrenti; le esche erano appropriate e i dubbi su come interpretare la gara ridotti al minimo. Eppure bisognerà attendere dieci anni ( ! ), un periodo interminabile, per vedere realizzate le aspettative del Presidente Vaccari e del suo Consiglio. Evidentemente non era stato sufficiente investire economicamente su programmi da attuare e su obbiettivi da realizzare. Era necessario crescere soprattutto come gruppo, tentare il non facile compito di scambiarsi informazioni sul modo di pescare, sulle intuizioni percepite e mettere al corrente gli amici di scoperte personali che potevano migliorare la prestazione.

Ho usato per la prima volta la parola < amici > perchè l'amicizia si rivelerà il pescatore esperto, il quinto in squadra, l'aiuto insperato. E, alla soglia dei suoi venti anni di vita, la Ravanelli era pronta finalmente a proporsi per ambiziosi traguardi agonistici.

Reale Dall'Orto, Luigi Gibelli, Libero Raglio, Sergio Monfredini
Reale Dall'Orto, Luigi Gibelli, Libero Raglio, Sergio Monfredini

Nel frattempo, ai vari Morgani, Lana, Toscani e Ottoboni che ormai da tempo si erano dedicati solo all'attività sociale, si erano sostituiti nelle gare i nuovi, Luigi Gibelli, Libero Raglio, Antonio Spiaggia, Sergio Monfredini, Emilio Vanelli, Walter Zangani, Mario Mantovani ed altri giovani promesse. Arrivarono così i primi piazzamenti e, oltre ai titoli individuali di Luigi Gibelli, nella primavera del 1975 finalmente la prima vittoria in una manifestazione qualificata, il Trofeo Autotrasporti Vailati, con la squadra formata da Monfredini, Gibelli, Raglio e Spiaggia .

 

 

Per ulteriori informazioni:

LA NOSTRA STORIA

di Maurizio Zanibelli  email: maurizio.zanibelli@libero.it

Ed. Il Galleggiante 1996